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222 m
90 m
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0,8
1,54 km
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vicino a La Corte, Sardegna (Italia)
La nostra escursione inizia dal B&B Predda bianca, qui lasciamo l’auto.
Seguendo una corta e leggera salita arriviamo all'imponente sperone roccioso, meta di sportivi di arrampicata libera chiamato rocca della bagassa.
E’ nota non tanto per il nome così pittoresco, quanto perché è un sito storico e archeologico di una certa importanza.
Sconosciuta ai più, questa bella struttura di quarzite paleozoica è da sempre stata meta di arrampicatori "classici" che vi hanno aperto vie senza l'uso di spit (chiodi per l'arrampicata); per primi Manolo, Bonelli e Gogna nell'81 ("Ad ogni costo una via") poi Marrosu, Castaldi.
Questa è una delle aree clean (priva di ancoraggi o aiuti per l'arrampicata) che tale dovrebbe rimanere nel rispetto degli itinerari in essa aperti e della volontà espressa dagli scopritori.
Lungo le pareti nelle tante vie per l'arrampicata, alcune scritte indicano le difficoltà, tra queste la più curiosa è quella in cui viene ricordata una figura mitologica, il Leviatan: nella cultura ebraica il leviatano indicava un mostro marino dall'aspetto di un colossale serpente tortuoso.
In cima alla rocca vi si trovano le rovine di un Castello Medioevale riconducibile a Mariano II di Arborea, che senza dubbio ne aveva pagato il restauro e che venne citato nell'anno 1250 da Papa Clemente VI.
Qui inoltre sono presenti reperti molto più antichi risalenti all'età nuragica.
Imponenti resti di strutture murarie sulla vetta della Rocca, relative ad un impianto fortificato.
Le murature della fortificazione sono visibili in cima allo sperone roccioso in cui si ergono i tratti murari d'ingresso.
Un curioso particolare inoltre arricchisce questo sperone: incastonato tra due pareti si trova una piccola formazione rocciosa saldamente sospesa nel vuoto.
Concludiamo questa bellissima escursione sulle rovine del vecchio castello medievale.
E' possibile seguire l'intero percorso ma consigliamo la massima attenzione.
Questo sito insieme all'area di Monte Forte e al parco di lu cantaru vanta la sua longevità di più antica formazione geologica della Sardegna di circa 250 milioni di anni insieme alle terre del Sulcis Iglesiente.
L’intera zona, per la sua grande importanza naturalistica e paesaggistica, è stata inserita all’interno della Rete Natura 2000 dell’Unione Europea.
Caricato audiovideo.
Escursione adatta a tutti, famiglie con figli.
Buona escursione a tutti, avventurosamente.
AntoJosèe.
Seguendo una corta e leggera salita arriviamo all'imponente sperone roccioso, meta di sportivi di arrampicata libera chiamato rocca della bagassa.
E’ nota non tanto per il nome così pittoresco, quanto perché è un sito storico e archeologico di una certa importanza.
Sconosciuta ai più, questa bella struttura di quarzite paleozoica è da sempre stata meta di arrampicatori "classici" che vi hanno aperto vie senza l'uso di spit (chiodi per l'arrampicata); per primi Manolo, Bonelli e Gogna nell'81 ("Ad ogni costo una via") poi Marrosu, Castaldi.
Questa è una delle aree clean (priva di ancoraggi o aiuti per l'arrampicata) che tale dovrebbe rimanere nel rispetto degli itinerari in essa aperti e della volontà espressa dagli scopritori.
Lungo le pareti nelle tante vie per l'arrampicata, alcune scritte indicano le difficoltà, tra queste la più curiosa è quella in cui viene ricordata una figura mitologica, il Leviatan: nella cultura ebraica il leviatano indicava un mostro marino dall'aspetto di un colossale serpente tortuoso.
In cima alla rocca vi si trovano le rovine di un Castello Medioevale riconducibile a Mariano II di Arborea, che senza dubbio ne aveva pagato il restauro e che venne citato nell'anno 1250 da Papa Clemente VI.
Qui inoltre sono presenti reperti molto più antichi risalenti all'età nuragica.
Imponenti resti di strutture murarie sulla vetta della Rocca, relative ad un impianto fortificato.
Le murature della fortificazione sono visibili in cima allo sperone roccioso in cui si ergono i tratti murari d'ingresso.
Un curioso particolare inoltre arricchisce questo sperone: incastonato tra due pareti si trova una piccola formazione rocciosa saldamente sospesa nel vuoto.
Concludiamo questa bellissima escursione sulle rovine del vecchio castello medievale.
E' possibile seguire l'intero percorso ma consigliamo la massima attenzione.
Questo sito insieme all'area di Monte Forte e al parco di lu cantaru vanta la sua longevità di più antica formazione geologica della Sardegna di circa 250 milioni di anni insieme alle terre del Sulcis Iglesiente.
L’intera zona, per la sua grande importanza naturalistica e paesaggistica, è stata inserita all’interno della Rete Natura 2000 dell’Unione Europea.
Caricato audiovideo.
Escursione adatta a tutti, famiglie con figli.
Buona escursione a tutti, avventurosamente.
AntoJosèe.
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