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1.805 m
1.139 m
0
3,8
7,5
15,0 km
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vicino a Poggiolforato, Emilia-Romagna (Italia)
Questo itinerario unisce le bellissime cascate del Dardagna con due dei laghi più conosciuti dell'alto Appennino.
Il percorso è molto vario e può essere diviso in due pezzi chiaramente differenti. La parte sotto 1400 metri dove camminiamo sempre nei boschi e la parte sopra 1400 metri dove camminiamo attraverso la tipica brughiera a mirtillo. Questo rende il percorso molto adatto anche per l'estate. Ci sono molti panorami lungo il percorso.
Il percorso parte dal parcheggio del Centro Visite Parco Regionale Corno alla Scale. Questo è un po' prima di arrivare a Madonna dell'Acero. È anche possibile parcheggiare vicino alla chiesa, ma di solito li è pieno.
Dal parcheggio camminiamo un brevissimo tratto lungo la Strada Provinciale del Cavone fino a Madonna dell'Acero. Passiamo davanti a un ristorante e alla bella chiesa della Beata Vergine dell'Acero prima di entrare nel bosco. Seguiamo una strada forestale per circa un chilometro e poi teniamo la destra. Al momento della scrittura (metà ottobre) ci sono bellissimi colori autunnali. Scendiamo quindi un po' fino a raggiungere la Dardagna, che poi seguiamo. In questa sezione lungo il torrente ci sono alcuni tratti in cui bisogna prestare attenzione perché il sentiero è a volte un po' stretto e scivoloso. Superiamo le varie cascate che in questo momento sono molto belle perché c'è molta acqua e gli alberi sono meravigliosamente colorati. Alle ultime cascate il sentiero sale ripido. Ci sono scale e corrimano dove necessario, quindi questo non è difficile.
Da qui proseguiamo per il Lago Cavone, dove troviamo acqua potabile (il rubinetto funziona anche a metà ottobre) e tavoli da picnic. C'è anche un rifugio dove si mangia benissimo secondo i commenti di diverse persone.
Passato il lago seguiamo un sentiero che costeggia un ruscello per più di due chilometri fino a raggiungere un bivio.
In questo punto si abbandona la foresta con lo sguardo che si allarga all’improvviso nella Piana del Cavone o “Valle del Silenzio”, circo glaciale residuo delle ultime glaciazioni. Proseguiamo, in salita sulla destra, fino al Passo della Porticciola dove troviamo un punto panoramico a 360° (A destra del sentiero).
Poi camminiamo un po' più in là su un pianoro con la tipica vegetazione della brughiera a mirtillo in direzione del rifugio Le Malghe. Quindi si prosegue su una strada sterrata fino al Lago Scaffaiolo.
Il Lago Scaffaiolo è un lago molto anomalo. Non è un lago alpino: è un invaso naturale derivato dai fenomeni climatici alimentato dalle acque piovane e dallo scioglimento della neve e pare anche da una falda che si trova proprio sotto il Monte Cupolino. Il fatto di non essere un lago di tipo glaciale lo rende un lago molto particolare.
Nelle immediate vicinanze del lago troviamo Rifugio Duca degli Abruzzi.
Info: Rifugio: 0534.53390 / Antonio Tabanelli: 347.7129414 / Lucia Ceron: 338.4884782 / Mirco Mori: 327.5705234 / e-mail: rifugiolagoscaffaiolo@gmail.com (aggiornato il 31/01/2021).
Oltrepassato il lago voltiamo a sinistra in modo da poter percorrere un breve tratto sul crinale che separa la Toscana dall'Emilia Romagna. Ovviamente qui abbiamo una vista fantastica. Dopo questa breve deviazione iniziamo la nostra discesa sulla via del ritorno.
Seguiamo approssimativamente una valle con tanti piccoli ruscelli che fanno un piacevole fruscio. Dopo un po' più di un chilometro e mezzo torniamo nella foresta. Da qui il resto del nostro percorso è solo su facili sentieri forestali.
Lasciamo la foresta per un breve tratto per passare davanti agli impianti sciistici e poi seguiamo la Dardagna che dobbiamo ad un certo punto attraversare. Come accennato, in questo periodo c'è molta acqua, quindi per noi la opzione migliore per la traversata era togliersi i scarponi. L'acqua era gelata!
Dopo di aver suparato questa ultima sfida torniamo facilmente al punto di partenza (che dista 3 km).
Qualche dettaglio in più:
Il percorso ha all'incirca la forma di un 8. Il primo cerchio è in senso antiorario e il secondo in senso orario. Non cambierei direzione, perchè è certamente meno bello e più difficile da camminare.
Tempo impiegato: totale = 7 ore 39 minuti di cui in movimento = 4 ore 49 minuti.
Presenza di tavoli picnic: 3,8 km dall'inizio.
Presenza di acqua potabile: 3,8 e 6,3 km dall'inizio.
Il percorso è medio dal punto di vista tecnico. Consiglierei i bastoncini.
Poiché in questa zona ci sono diversi rifugi, ci sono strade sterrate che in caso di maltempo imprevisto possono essere utilizzate per tornare rapidamente sulla strada asfaltata.
Presenza di segnavia bianco-rosso:
CAI 331: km 0 > 1,3
CAI 331b: km 1,3 > 1,7
CAI 333: km 1,7 > 2,9
CAI 337: km 2,9 > 4,6
CAI 335: km 3,8 > 5,1
CAI 335a: km 5,1 > 6,0
CAI 329: km 6,0 > 7,5
CAI 401: km 8,1 > 9,6
CAI 333: km 9,6 > 12,3
CAI 331c: km 12,3 > 13,2
CAI 331: km 13,2 > fine
Se pensi che sia una bella passeggiata, lascia un feedback. Se hai avuto problemi, scrivimi un messaggio.
Ricorda che ci vuole molto meno tempo per scrivere un commento o una recensione che per creare e pubblicare un percorso! Ma solo cosi la informazione rimane aggiornata.
Il percorso è molto vario e può essere diviso in due pezzi chiaramente differenti. La parte sotto 1400 metri dove camminiamo sempre nei boschi e la parte sopra 1400 metri dove camminiamo attraverso la tipica brughiera a mirtillo. Questo rende il percorso molto adatto anche per l'estate. Ci sono molti panorami lungo il percorso.
Il percorso parte dal parcheggio del Centro Visite Parco Regionale Corno alla Scale. Questo è un po' prima di arrivare a Madonna dell'Acero. È anche possibile parcheggiare vicino alla chiesa, ma di solito li è pieno.
Dal parcheggio camminiamo un brevissimo tratto lungo la Strada Provinciale del Cavone fino a Madonna dell'Acero. Passiamo davanti a un ristorante e alla bella chiesa della Beata Vergine dell'Acero prima di entrare nel bosco. Seguiamo una strada forestale per circa un chilometro e poi teniamo la destra. Al momento della scrittura (metà ottobre) ci sono bellissimi colori autunnali. Scendiamo quindi un po' fino a raggiungere la Dardagna, che poi seguiamo. In questa sezione lungo il torrente ci sono alcuni tratti in cui bisogna prestare attenzione perché il sentiero è a volte un po' stretto e scivoloso. Superiamo le varie cascate che in questo momento sono molto belle perché c'è molta acqua e gli alberi sono meravigliosamente colorati. Alle ultime cascate il sentiero sale ripido. Ci sono scale e corrimano dove necessario, quindi questo non è difficile.
Da qui proseguiamo per il Lago Cavone, dove troviamo acqua potabile (il rubinetto funziona anche a metà ottobre) e tavoli da picnic. C'è anche un rifugio dove si mangia benissimo secondo i commenti di diverse persone.
Passato il lago seguiamo un sentiero che costeggia un ruscello per più di due chilometri fino a raggiungere un bivio.
In questo punto si abbandona la foresta con lo sguardo che si allarga all’improvviso nella Piana del Cavone o “Valle del Silenzio”, circo glaciale residuo delle ultime glaciazioni. Proseguiamo, in salita sulla destra, fino al Passo della Porticciola dove troviamo un punto panoramico a 360° (A destra del sentiero).
Poi camminiamo un po' più in là su un pianoro con la tipica vegetazione della brughiera a mirtillo in direzione del rifugio Le Malghe. Quindi si prosegue su una strada sterrata fino al Lago Scaffaiolo.
Il Lago Scaffaiolo è un lago molto anomalo. Non è un lago alpino: è un invaso naturale derivato dai fenomeni climatici alimentato dalle acque piovane e dallo scioglimento della neve e pare anche da una falda che si trova proprio sotto il Monte Cupolino. Il fatto di non essere un lago di tipo glaciale lo rende un lago molto particolare.
Nelle immediate vicinanze del lago troviamo Rifugio Duca degli Abruzzi.
Info: Rifugio: 0534.53390 / Antonio Tabanelli: 347.7129414 / Lucia Ceron: 338.4884782 / Mirco Mori: 327.5705234 / e-mail: rifugiolagoscaffaiolo@gmail.com (aggiornato il 31/01/2021).
Oltrepassato il lago voltiamo a sinistra in modo da poter percorrere un breve tratto sul crinale che separa la Toscana dall'Emilia Romagna. Ovviamente qui abbiamo una vista fantastica. Dopo questa breve deviazione iniziamo la nostra discesa sulla via del ritorno.
Seguiamo approssimativamente una valle con tanti piccoli ruscelli che fanno un piacevole fruscio. Dopo un po' più di un chilometro e mezzo torniamo nella foresta. Da qui il resto del nostro percorso è solo su facili sentieri forestali.
Lasciamo la foresta per un breve tratto per passare davanti agli impianti sciistici e poi seguiamo la Dardagna che dobbiamo ad un certo punto attraversare. Come accennato, in questo periodo c'è molta acqua, quindi per noi la opzione migliore per la traversata era togliersi i scarponi. L'acqua era gelata!
Dopo di aver suparato questa ultima sfida torniamo facilmente al punto di partenza (che dista 3 km).
Qualche dettaglio in più:
Il percorso ha all'incirca la forma di un 8. Il primo cerchio è in senso antiorario e il secondo in senso orario. Non cambierei direzione, perchè è certamente meno bello e più difficile da camminare.
Tempo impiegato: totale = 7 ore 39 minuti di cui in movimento = 4 ore 49 minuti.
Presenza di tavoli picnic: 3,8 km dall'inizio.
Presenza di acqua potabile: 3,8 e 6,3 km dall'inizio.
Il percorso è medio dal punto di vista tecnico. Consiglierei i bastoncini.
Poiché in questa zona ci sono diversi rifugi, ci sono strade sterrate che in caso di maltempo imprevisto possono essere utilizzate per tornare rapidamente sulla strada asfaltata.
Presenza di segnavia bianco-rosso:
CAI 331: km 0 > 1,3
CAI 331b: km 1,3 > 1,7
CAI 333: km 1,7 > 2,9
CAI 337: km 2,9 > 4,6
CAI 335: km 3,8 > 5,1
CAI 335a: km 5,1 > 6,0
CAI 329: km 6,0 > 7,5
CAI 401: km 8,1 > 9,6
CAI 333: km 9,6 > 12,3
CAI 331c: km 12,3 > 13,2
CAI 331: km 13,2 > fine
Se pensi che sia una bella passeggiata, lascia un feedback. Se hai avuto problemi, scrivimi un messaggio.
Ricorda che ci vuole molto meno tempo per scrivere un commento o una recensione che per creare e pubblicare un percorso! Ma solo cosi la informazione rimane aggiornata.
Il ghiro è un roditore lungo circa 30 centimetri di cui 13 (circa) di coda, pesa in media 100 grammi. Ha una pelliccia di colore grigio castano sul dorso, mentre il ventre è bianco; il muso è caratterizzato da due grandi occhi e da folte e lunghe vibrisse (lunghi peli a lato del muso con funzione tattile), le orecchie, di forma rotondeggiante, sono piuttosto piccole e fuoriescono di poco dalla pelliccia. Può essere confuso con uno scoiattolo, da cui può essere distinto osservando la coda che mantiene sempre lunga e distesa.
Il ghiro (Carin) è generalmente notturno: di solito esce dal proprio nascondiglio poco dopo il tramonto per poi ritornarvi prima dell'alba. Durante il giorno sta nascosto in cavità di alberi, in anfratti oppure in nidi, dalla forma rotondeggiante, che egli stesso costruisce con foglie e muschio.
In autunno l'animale aumenta notevolmente di peso, accumulando così una notevole quantità di grasso e vari minerali che gli saranno essenziali per sopravvivere durante il lungo letargo invernale (resta in letargo per 6 mesi). Per il letargo possono essere contemporaneamente usati da più individui gli stessi ripari.
La dieta del ghiro, basata essenzialmente sui vegetali, varia durante l'arco dell'anno ed è costituita principalmente da castagne, ghiande, nocciole, bacche, frutti di bosco; in autunno vengono consumati anche i funghi. Una minima parte dell'alimentazione del ghiro può comprendere anche animali, in particolare alcuni invertebrati (insetti e molluschi).
Fonte: Wikipedia
4 commenti
Puoi aggiungere un commento o una recensione a questo percorso
orlandotiz 26-ott-2020
Ho seguito questo percorso verificato Vedi altro
Informazioni
Facile da seguire
Paesaggio
Medio
Giro molto bello. Si parte dal bosco e si sale fino su dove si gode del panorama per poi tornare a camminare nel bosco al rientro. Due salite toste (per le mie gambe), a scaloni, una dopo le cascate e l'altra dopo il laghetto del Cavone fino su alla cima. Grazie Erik per condividere percorsi sempre belli e molto ben documentati.
Erik De Groot 26-ott-2020
Grazie per la tua recensione e per i tuoi commenti.
Buono a sapersi che ti è piaciuto il percorso. Di tanto in tanto c'è infatti una salita piuttosto ripida nel percorso, ma con tante belle viste questo ne vale la pena!
nenalizard 1-nov-2020
Ho seguito questo percorso Vedi altro
Informazioni
Facile da seguire
Paesaggio
Medio
Percorso molto bello fatto in alcune varianti in tutte le stagioni, dà un sacco di soddisfazione. La parte sotto il rifugio Cavone è tutta nel bosco mentre da lì in su si è su terreno scoperto. Grazie per la descrizione molto precisa e ricca di informazioni.
Erik De Groot 3-nov-2020
Grazie per la tua recensione e il tuo commento 👍
Ho adattato il testo un po' in merito.