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1.833 m
747 m
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3,8
7,6
15,2 km
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vicino a Vignola, Lazio (Italia)
Anello Monte Giano DVX (con neve),con parcheggio nella solita stradina vicino la chiesa, iniziando da Vignola per poi terminare nuovamente alla Madonna delle grotte.
Iniziamo con il dire che è stata una giornata strepitosa, nonostante fosse febbraio inoltrato,con assenza di vento forte e nuvole,un sole primaverile, e tanta...molta MOLTA NEVE, nei 3/4del percorso,specialmente nel versante EST e sulle cime,fino a poco sopra la scritta DVX.
Una volta parcheggiato macchina vicino la chiesa di Madonna delle Grotte(io, MarzioFuturista{utente wikiloc},e TEPPA{mio inseparabile amico a4zampe})ci siamo incamminati sulla statale (un km circa) per arrivare a Vignola,ed iniziando a salire, prendendo la strada sterrata che porta fino alla cava di ghiaia(ottimo per scaldare le articolazioni),da dove si prende la "strada-sentiero" fino all'inizio del bosco,dove si trasforma in sentiero ben intuibile che costeggia il letto del torrentino asciutto. Da poco prima, abbiamo iniziato a trovare la neve,che man mano si faceva sempre più consistente,ed infine abbondante,tanto che abbiamo dovuto calzare le ciaspole per proseguire senza affondare.
Una volta all'interno del bosco, abbiamo proseguito nel percorso (e buona cosa seguire la traccia se si fa con la presenza di neve,casocontrario è utile seguire solo le bandierine) fino ad arrivate all'altopiano(usato come pascolo nei periodi idonei)sotto la vetta superiore del Monte Giano,versante EST, dove ci si è presentato uno spettacolare tappeto immenso innevato. Lo abbiamo attraversato tutto,sempre con le ciaspole indossate,fino ad rientrare nel bosco(seguire traccia)da dove abbiamo RI-iniziato a salire,con pendenza più accentuata, e resa difficoltosa dalla sempre più presenza massiccia di neve,fino a sbucare su un piccolo prato (nord-est) che sinaffaccia sulla visuale del Terminillo.
Da qui,vista la presenza di ghiaccio sul sentiero che gira intorno alla cima dove precipitò in aereo militare nel 1996, e che da a quasi strapiombo sulla salaria, per non rischiare di scivolare nel dirupo, abbiamo deciso di togliere le ciaspole ed indossare i ramponi,per fare la perpendicolare fino alla anticima del Giano,arrivando alla crocetta-targa in memoria del pilota morto nello schianto.
Una volta arrivati in cima, si è proseguito sulla cresta godendoci lo spettacolare panorama, mantenendosi lontano dal bordo per il pericolo di non creare slavine rimanendoci coinvolti, fino ad arrivare finalmente alla 1^vetta del Monte Giano DVX DVX 1850mt.slm.,da dove lo strepitoso spettacolo paesaggistico a 360° ci offriva la visuale dei monti Sibillini - Catena montuosa del Gran Sasso - parco del.monte Velino - monti Lucretili - ed i vicinissimi Monte Nuria e Nurietta(visitati la settimana precedente).
Fatte le foto di rito, pausa pranzo, mentre ci si godeva il panorama, ci siamo rimessi in marcia per scendere nella sella che separa la 1^ vetta(più alta) dalla 2^ dove è posizionata la croce, con una spettacolare vista su antrodoco,ed in lontananza l'intuibile pianura romana.
Anche da qui,dopo la foto di rito, ci siamo preparati per iniziare la discesa, passando da prima nel bosco d'aceri(lato nord). Usciti dal bosco, ci siamo tolti i ramponi, perché ormai la neve era poca,per poi sparire man mano continuavamo a scendere, seguendo gli "omini" ed il sentiero abbastanza visibile in terra, fino ad arrivare al famoso rifugio Giuseppe Cardellini, soprannominato pastore-guardiano monte Giano (pastore morto da tempo,e rifugio ristrutturato e conservato dai figli e nipoti).
Dal rifugio alla cappelletta sconsacrata,sul ciglio del dirupo che sovrasta Antrodoco, il passo è breve. Li abbiamo sistemato la bandiera italiana, che già nel mese di dicembre avevamo ripristinato per via del vento ed intemperie che l'avevano logorata.
Da qui,ci siamo rimessi in cammino sul sentiero facile, se pur semi-roccioso, che ci ha portati in un'oretta ad arrivare ai piedi della montagna, ed infine alla nostra macchina.
Soddisfatti della bellissima escursione, ed ennesima esperienza(visto che ci veniamo più volte durante l'anno, anche per controllare gli alberelli che abbiamo ripiantato dopo il vile-rogo che semi-distrisse la X della scritta) vissuta sulla "nostra amata montagna"(simbolo di parte della nostra storia)...ci siamo messi in viaggio per tornare a casa.
Escursione bella,divertente, emozionante, da provare in tutte le stagioni dell'anno (in inverno è sconsigliabile avere l'attrezzatura idonea)...da provare!!!(Buon divertimento!!!)
[Fratelli di escursione MarzioFuturista & Teppa]
Iniziamo con il dire che è stata una giornata strepitosa, nonostante fosse febbraio inoltrato,con assenza di vento forte e nuvole,un sole primaverile, e tanta...molta MOLTA NEVE, nei 3/4del percorso,specialmente nel versante EST e sulle cime,fino a poco sopra la scritta DVX.
Una volta parcheggiato macchina vicino la chiesa di Madonna delle Grotte(io, MarzioFuturista{utente wikiloc},e TEPPA{mio inseparabile amico a4zampe})ci siamo incamminati sulla statale (un km circa) per arrivare a Vignola,ed iniziando a salire, prendendo la strada sterrata che porta fino alla cava di ghiaia(ottimo per scaldare le articolazioni),da dove si prende la "strada-sentiero" fino all'inizio del bosco,dove si trasforma in sentiero ben intuibile che costeggia il letto del torrentino asciutto. Da poco prima, abbiamo iniziato a trovare la neve,che man mano si faceva sempre più consistente,ed infine abbondante,tanto che abbiamo dovuto calzare le ciaspole per proseguire senza affondare.
Una volta all'interno del bosco, abbiamo proseguito nel percorso (e buona cosa seguire la traccia se si fa con la presenza di neve,casocontrario è utile seguire solo le bandierine) fino ad arrivate all'altopiano(usato come pascolo nei periodi idonei)sotto la vetta superiore del Monte Giano,versante EST, dove ci si è presentato uno spettacolare tappeto immenso innevato. Lo abbiamo attraversato tutto,sempre con le ciaspole indossate,fino ad rientrare nel bosco(seguire traccia)da dove abbiamo RI-iniziato a salire,con pendenza più accentuata, e resa difficoltosa dalla sempre più presenza massiccia di neve,fino a sbucare su un piccolo prato (nord-est) che sinaffaccia sulla visuale del Terminillo.
Da qui,vista la presenza di ghiaccio sul sentiero che gira intorno alla cima dove precipitò in aereo militare nel 1996, e che da a quasi strapiombo sulla salaria, per non rischiare di scivolare nel dirupo, abbiamo deciso di togliere le ciaspole ed indossare i ramponi,per fare la perpendicolare fino alla anticima del Giano,arrivando alla crocetta-targa in memoria del pilota morto nello schianto.
Una volta arrivati in cima, si è proseguito sulla cresta godendoci lo spettacolare panorama, mantenendosi lontano dal bordo per il pericolo di non creare slavine rimanendoci coinvolti, fino ad arrivare finalmente alla 1^vetta del Monte Giano DVX DVX 1850mt.slm.,da dove lo strepitoso spettacolo paesaggistico a 360° ci offriva la visuale dei monti Sibillini - Catena montuosa del Gran Sasso - parco del.monte Velino - monti Lucretili - ed i vicinissimi Monte Nuria e Nurietta(visitati la settimana precedente).
Fatte le foto di rito, pausa pranzo, mentre ci si godeva il panorama, ci siamo rimessi in marcia per scendere nella sella che separa la 1^ vetta(più alta) dalla 2^ dove è posizionata la croce, con una spettacolare vista su antrodoco,ed in lontananza l'intuibile pianura romana.
Anche da qui,dopo la foto di rito, ci siamo preparati per iniziare la discesa, passando da prima nel bosco d'aceri(lato nord). Usciti dal bosco, ci siamo tolti i ramponi, perché ormai la neve era poca,per poi sparire man mano continuavamo a scendere, seguendo gli "omini" ed il sentiero abbastanza visibile in terra, fino ad arrivare al famoso rifugio Giuseppe Cardellini, soprannominato pastore-guardiano monte Giano (pastore morto da tempo,e rifugio ristrutturato e conservato dai figli e nipoti).
Dal rifugio alla cappelletta sconsacrata,sul ciglio del dirupo che sovrasta Antrodoco, il passo è breve. Li abbiamo sistemato la bandiera italiana, che già nel mese di dicembre avevamo ripristinato per via del vento ed intemperie che l'avevano logorata.
Da qui,ci siamo rimessi in cammino sul sentiero facile, se pur semi-roccioso, che ci ha portati in un'oretta ad arrivare ai piedi della montagna, ed infine alla nostra macchina.
Soddisfatti della bellissima escursione, ed ennesima esperienza(visto che ci veniamo più volte durante l'anno, anche per controllare gli alberelli che abbiamo ripiantato dopo il vile-rogo che semi-distrisse la X della scritta) vissuta sulla "nostra amata montagna"(simbolo di parte della nostra storia)...ci siamo messi in viaggio per tornare a casa.
Escursione bella,divertente, emozionante, da provare in tutte le stagioni dell'anno (in inverno è sconsigliabile avere l'attrezzatura idonea)...da provare!!!(Buon divertimento!!!)
[Fratelli di escursione MarzioFuturista & Teppa]
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