Gran giro ad anello sul Monte Coppolo molto bello per clima e colori in autunno, anche autunno avanzato ma calcolando bene i tempi perché è assai lungo.
In autunno, fatto in questo modo sminuisce un po’ il finale di discesa che, per la luce, sarebbe meglio affrontare al mattino oppure in stagione con giornate ben più lunghe.
Per la salita ho seguito in parte alcuni spezzoni di tracciati descritti nel libretto
“Lamon e dintorni” di Ennio Poletti e poi mi sono affidato “ai tratteggi” della cartina turistica della Pro Loco di Lamon.
La cresta delle tre cime del Monte Coppolo e tutta la lunga discesa si svolgono su sentieri/tracce/stradette evidenti.
La valutazione di difficoltà media non tiene conto del breve, ripidissimo e ostico canalino con cavo di aiuto che si trova poco sotto le casere del Sass de Falares: si può evitare con giro più lungo come descrivo più avanti (e come è indicato nel libretto di Ennio Poletti).
DESCRIZIONE ITINERARIO Poche decine di metri a nord del Bar Rosna si scende per sentiero a un ponte pedonale che attraversa il Torrente Cismon, e poi sempre per evidente sentiero si sale fino alla località Pugnai dove c’è la diramazione fra il tracciato di andata e di ritorno.
All’andata si prosegue verso ovest oltre un Capitello e si arriva ad attraversare l’impluvio della Val della Selva per rimontare qualche metro e immettersi su strada forestale.
Dopo 10 minuti tranquilli si lascia la forestale per il sentiero sulla destra che conduce verso Prael de Sora.
Il sentiero è buono fino a un baito oltre il quale un po’ si perde nella dorsale boschiva da risalire: la direzione è comunque intuitiva e si arriva senza grosse fatiche alla piccola radura di Prael de Sora proprio sotto la gran parete rocciosa del Sass de Falares.
A Prael de Sora si prosegue verso la sinistra della fascia rocciosa dove si trova il sentiero che arriva da Maschi - Lamon oppure da La Lobia - Le Ej.
La fascia rocciosa termina dopo un quarto d’ora di camminata a basso ritmo, e qui c’è la possibilità di evitare l’unico punto veramente difficile di questa escursione proseguendo diritti verso La Lobia e poi ritornando verso Sass de Falares con sentiero più in alto sempre molto comodo.
Oggi, invece, ho seguito un tratteggio della cartina della Pro Loco Lamon tagliando a destra (in via diretta verso Sass de Falares) su per il pendio.
Su scarse tracce si arriva sotto un’altra fascia rocciosa che si costeggia verso destra fino a trovare un punto dove, con pochi passi di quasi I° grado, si sale su una bancata erbosa intermedia.
Dal punto di risalita sulla bancata, si torna indietro qualche decina di metri e si trova un breve canalino MOLTO RIPIDO coperto di zolle erbose poco stabili: c’è un cavo di acciaio (non molto visibile) ben ancorato ad un albero in alto che aiuta la risalita altrimenti un po’ azzardata.
Il cavo non ha ancoraggi intermedi e, dunque, bisogna piazzarsi bene per tirarsi su.
Passato il canalino ci sono da fare pochi metri nel bosco e si arriva alla bella radura con casere del Sass de Falares: si nota subito il bel sentiero che arriva da sinistra e che sarebbe la variante facile.
Dalla radura del Sass de Falares ho seguito il sentiero verso destra per immettermi sulla lunga dorsale della Corda del Piad: non ho cercato qualche punto panoramico fra la fitta boscaglia sopra la parete del Sass de Falares perché poi i punti panoramici non mancano e a metà Novembre non c’è molto tempo da perdere.
La Corda del Piad è un gran bel tratto di dorsale assai lungo, mai veramente ripido e senza salti rocciosi o dirupi; dopo l’inizio un po’ a sinistra, si cammina quasi sempre sul filo dorsale; bisogna lasciar perdere un paio di buoni sentierini che si staccano dalla dorsale (uno subito all’inizio verso destra) e seguirla fedelmente; oggi mi sono staccato di qualche metro solo per evitare alcuni grossi alberi recentemente sradicati dal vento; in vari tratti si trova una vera traccia a terra, non so se di animali o di “umani”, ma sempre utile per risparmiare energie.
Si arriva così fino alla modesta elevazione di dorsale del Monte Piad (o Monte Piaz) e poi al ben noto monumento di guerra all’aviatore Josef Kiss alias József Kiss: ancora pochi metri e ci si immette nel comodissimo tracciato CAI che sale da Le Ej.
Da qui in poi non ci sono più difficoltà di orientamento.
Ora in successione e tutto con segnavia CAI:
- Bivio fra via normale al Monte Coppolo e il bel Sentiero del Gramolir
- Punto di diramazione della vecchia via ferrata verso la Cros dell’Archil, non smantellata ma chiusa per cattivo stato di manutenzione con ordinanza comunale di Lamon bene in vista: naturalmente ho rispettato l’ordinanza e ho fatto il giro più facile (e anche più bello) per le tre cime del Coppolo
- Diramazione, con breve cavo di sicurezza iniziale, per la cima centrale Monte Luna e poi bella cresta per la cima est della Cros dell’Archil
- Rientro alla diramazione precedente e prosecuzione verso la caratteristica ampia insellatura della Medaluna o Mezzaluna
- Cambio versante da sud a nord e arrivo alla cima ovest della Cros del Coppol
DISCESA E RIENTRO AL BAR ROSNA Dalla Cros del Coppol prima parte ancora su cresta, non difficile in sé, ma su cui bisogna prestare attenzione se non perfettamente asciutto o con rocce fredde (in autunno non è difficile che alcuni passi siano su sassi freddi e umidicci vista l’esposizione a nord).
Infine:
- Comodissima dorsale prativa fino a Malga Vallaricca di Sopra
- Sentiero CAI fino a Malga Vallaricca di Sotto
- Stradette forestali fino al Rifugio Croset (locale bivacco sempre aperto con focolare, tavolo e sedie, ma senza lettini)
- Più o meno 150/200 metri dopo il rifugio si esce dalla forestale verso sinistra per evidenti sentieri fino alla fine: non ci sono segnavia ma si trovano varie freccette di legno con i toponimi delle località
Nel finale ci sono alcune alternative rispetto all’itinerario che ho seguito; ad esempio ma non solo:
- Si può evitare con scorciatoia il passaggio per le Contrade Bellotti e Marsanghi
- Poco dopo Marsanghi si può scendere direttamente in Val Cismon attraversando il torrente alla Passerella dei Bellotti e rientrare per asfalto al Bar Rosna (più breve e con meno fatica del traverso in direzione Pugnai, ma se c’è tempo penso sia sempre meglio evitare l’asfalto)
IL DISLIVELLO REALE DELL’ESCURSIONE È DI CIRCA 200 METRI IN MENO DI QUANTO INDICATO DA WIKILOC.
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