Accellica Sud dai Piani di Giffoni
vicino a Sovvieco, Campania (Italia)
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Foto del percorso



Descrizione dell'itinerario
Si parte dai Piani di Giffoni (caserma della forestale)- ma in questo caso si è deciso di iniziare poco più avanti evitando la sterrata facente parte del Sentiero Italia- salendo con l'auto per la frazione Vassi. Si tratta di stretti tornanti di circa 12 km, il cui ultimo tratto è piuttosto impervio ed occorre prestare particolare cautela per evitare di forare una gomma o di rimanere bloccati in una delle tante buche che costellano "l'asfaltata".
Al primo bivio (ben segnalato) si svolta verso destra, andando a sinistra si andrebbe verso la Grotta dello Scalandrone - sentiero CAI 106- (che ci riserviamo per il ritorno). Pochi minuti dopo vi è un secondo bivio che ci indica il sentiero che seguiremo da qui in avanti, ovvero il CAI 103A in direzione Accellica Sud. Si risale il pendio soprastante tra cespugli e alberelli sbucando dopo pochi metri nei pressi di un grande faggio secolare. Ci si mantiene leggermente a sinistra del costone che appare sotto i nostri occhi intraprendendo una variante del 103A, denominata precisamente Vena 'a mola (tratto in cui, aiutandosi con le mani, è necessario arrampicarsi un pò sulle roccette). Si tratta di un passaggio breve adatto a chi ha un minimo di dimestichezza con passaggi di alpinismo di 1°livello, lo sforzo verrà ripagato godendo di una veduta panoramica sulla destra con affaccio sui Picentini, il Partenio ed i Lattari in questa straordinaria ed eccezionale giornata limpida di sole di metà Novembre (e credetemi, persone più esperte di me, mi hanno rivelato che un cielo chiaro la Regina lo mostra molto raramente). Da qui la traccia risulta più intuibile, risale a tornanti; dopo poco piega a destra, attraverso un valloncello, e poi nuovamente nella faggeta. Poco prima di arrivare sul crestone principale dell'Accellica, dove la traccia si raccorda al CAI 103, ci si imbatte in un rifugio di fortuna (non aspettatevi di trovare un locale chiuso, è tutto all'aperto, di fortuna per l'appunto) soprannominato dai locali "Rifugio San Raione" (Raione altro non è che un altro appellativo per identificare l'Accellica). Manca poco più di mezz'ora alla vetta e già pregustiamo la veduta. Si inizia a questo punto a percorrere la lunga ed ammaliante cresta in direzione Nord, si presenta ondulata e sinuosa. In località Varco della Pettinessa (1482) ci sono alcuni passaggi in cui bisogna aiutarsi con le mani oltre che il tratto finale in cresta (in pochi punti esposto) dove per circa 20 metri (nella parte finale, a pochi m dalla vetta) bisognerà assicurarsi ad un cavo di acciaio. Giunti in cresta, è possibile godere di un panorama a 360° vista anche la ridente giornata e la luce che permette di scorgere Acerno, Montella e Giffoni Valle Piana oltre che il Monte Terminio (1806m) a Nord, il pizzo San Michele (1567m) a Ovest ed il Monte Cervialto (1809m) a Est. Nella limpida giornata si sole novembrino, si scorge la maestosa chiesa del SS Salvatore di Montella , eretto a 954m di altitudine sulla sommità di un Monte isolato dal resto dei Picentini. Ragguardevole la veduta sul golfo di Salerno, che va dall’omonima città fino alla Piana del Sele e persino Punta Tresino, l’atmosfera da quassù è davvero magica e ci si emoziona di cotanta bellezza. Da dove proviene il nome Accellica? Innanzitutto ricordiamo che l’Accellica ha due vette, quella Nord 'Accellica Nord (1660 m), che è divisa dall'Accellica Sud (1606 m) dal Varco Del Paradiso e dal Ninno (1538 m), dove il CAI (di Salerno aveva installato una via ferrata per superare le alte rocce e i profondi precipizi e connettere le due cime dell'Accellica. A causa di morti accidentali, la ferrata è stata rimossa dal CAI nel 2018. Questa montagna, come gran parte dell’Appenino, è composto da rocce carbonatiche sedimentarie. Il carattere selvatico del promontorio, inoltre, ha contribuito alla conservazione di molta biodiversità sia dal punto di vista della flora (faggi, castagni, tigli, ontani e ginestre) che della fauna (riscontrato qui il lupo appenninico, il gatto selvatico e la rarissima rosalia alpina). Il nome della montagna, in dialetto e anticamente ‘A Cèleca, ‘A Celica, Celicone, Acellica etc, allude probabilmente a “Luogo degli Dei”, di derivazione latina. Molti fruitori del luogo hanno narrato le emozioni di questo gigante di pietra, secondo alcuni è possibile percepire la voce di questa vecchia signora, come se fosse un' enorme janara, capace di stregare ed ammaliare con i suoi colori, i profumi ed i mille travestimenti che di volta in volta assume. Come suggerisce un grande esperto di questa montagna, l’Accellica non è come le altre montagne, ti resta dentro anche quando ritorni a casa, anche a mesi di distanza. Ed è vero, ripensi a quando potrai nuovamente incontrarla, rimanere incantati ad osservare madre natura, sentirsi anche solo per un po’ in comunione con la Terra.
Il percorso di ritorno verrà svolto seguendo lo stesso percorso dell’andata, si eviterà solo la variante Vena A’ Mola. Al bivio finale per il 106 ed il 103 A, si devierà nei pressi del primo in direzione Grotta dello Scalandrone. Quest’ultima è uno dei più interessanti esempi del carsismo nei Monti Picentini, si sviluppa in verticale per circa 450m. Per una visita al suo interno, sarà necessario affidarsi a guide speleologiche, ci si limiterà in questo caso solo ad una veduta all’ ingresso per ovvie ragioni di sicurezza. Se ne avete occasione, prenotate una visita con guide esperte, avrete, in questo modo, la possibilità di ammirare una bellissima cascata, laghetti, stalattiti, stalagmiti e naturalmente (visto l’ambiente) pipistrelli. Ritorniamo alle auto entusiasti e ricaricati.
Al primo bivio (ben segnalato) si svolta verso destra, andando a sinistra si andrebbe verso la Grotta dello Scalandrone - sentiero CAI 106- (che ci riserviamo per il ritorno). Pochi minuti dopo vi è un secondo bivio che ci indica il sentiero che seguiremo da qui in avanti, ovvero il CAI 103A in direzione Accellica Sud. Si risale il pendio soprastante tra cespugli e alberelli sbucando dopo pochi metri nei pressi di un grande faggio secolare. Ci si mantiene leggermente a sinistra del costone che appare sotto i nostri occhi intraprendendo una variante del 103A, denominata precisamente Vena 'a mola (tratto in cui, aiutandosi con le mani, è necessario arrampicarsi un pò sulle roccette). Si tratta di un passaggio breve adatto a chi ha un minimo di dimestichezza con passaggi di alpinismo di 1°livello, lo sforzo verrà ripagato godendo di una veduta panoramica sulla destra con affaccio sui Picentini, il Partenio ed i Lattari in questa straordinaria ed eccezionale giornata limpida di sole di metà Novembre (e credetemi, persone più esperte di me, mi hanno rivelato che un cielo chiaro la Regina lo mostra molto raramente). Da qui la traccia risulta più intuibile, risale a tornanti; dopo poco piega a destra, attraverso un valloncello, e poi nuovamente nella faggeta. Poco prima di arrivare sul crestone principale dell'Accellica, dove la traccia si raccorda al CAI 103, ci si imbatte in un rifugio di fortuna (non aspettatevi di trovare un locale chiuso, è tutto all'aperto, di fortuna per l'appunto) soprannominato dai locali "Rifugio San Raione" (Raione altro non è che un altro appellativo per identificare l'Accellica). Manca poco più di mezz'ora alla vetta e già pregustiamo la veduta. Si inizia a questo punto a percorrere la lunga ed ammaliante cresta in direzione Nord, si presenta ondulata e sinuosa. In località Varco della Pettinessa (1482) ci sono alcuni passaggi in cui bisogna aiutarsi con le mani oltre che il tratto finale in cresta (in pochi punti esposto) dove per circa 20 metri (nella parte finale, a pochi m dalla vetta) bisognerà assicurarsi ad un cavo di acciaio. Giunti in cresta, è possibile godere di un panorama a 360° vista anche la ridente giornata e la luce che permette di scorgere Acerno, Montella e Giffoni Valle Piana oltre che il Monte Terminio (1806m) a Nord, il pizzo San Michele (1567m) a Ovest ed il Monte Cervialto (1809m) a Est. Nella limpida giornata si sole novembrino, si scorge la maestosa chiesa del SS Salvatore di Montella , eretto a 954m di altitudine sulla sommità di un Monte isolato dal resto dei Picentini. Ragguardevole la veduta sul golfo di Salerno, che va dall’omonima città fino alla Piana del Sele e persino Punta Tresino, l’atmosfera da quassù è davvero magica e ci si emoziona di cotanta bellezza. Da dove proviene il nome Accellica? Innanzitutto ricordiamo che l’Accellica ha due vette, quella Nord 'Accellica Nord (1660 m), che è divisa dall'Accellica Sud (1606 m) dal Varco Del Paradiso e dal Ninno (1538 m), dove il CAI (di Salerno aveva installato una via ferrata per superare le alte rocce e i profondi precipizi e connettere le due cime dell'Accellica. A causa di morti accidentali, la ferrata è stata rimossa dal CAI nel 2018. Questa montagna, come gran parte dell’Appenino, è composto da rocce carbonatiche sedimentarie. Il carattere selvatico del promontorio, inoltre, ha contribuito alla conservazione di molta biodiversità sia dal punto di vista della flora (faggi, castagni, tigli, ontani e ginestre) che della fauna (riscontrato qui il lupo appenninico, il gatto selvatico e la rarissima rosalia alpina). Il nome della montagna, in dialetto e anticamente ‘A Cèleca, ‘A Celica, Celicone, Acellica etc, allude probabilmente a “Luogo degli Dei”, di derivazione latina. Molti fruitori del luogo hanno narrato le emozioni di questo gigante di pietra, secondo alcuni è possibile percepire la voce di questa vecchia signora, come se fosse un' enorme janara, capace di stregare ed ammaliare con i suoi colori, i profumi ed i mille travestimenti che di volta in volta assume. Come suggerisce un grande esperto di questa montagna, l’Accellica non è come le altre montagne, ti resta dentro anche quando ritorni a casa, anche a mesi di distanza. Ed è vero, ripensi a quando potrai nuovamente incontrarla, rimanere incantati ad osservare madre natura, sentirsi anche solo per un po’ in comunione con la Terra.
Il percorso di ritorno verrà svolto seguendo lo stesso percorso dell’andata, si eviterà solo la variante Vena A’ Mola. Al bivio finale per il 106 ed il 103 A, si devierà nei pressi del primo in direzione Grotta dello Scalandrone. Quest’ultima è uno dei più interessanti esempi del carsismo nei Monti Picentini, si sviluppa in verticale per circa 450m. Per una visita al suo interno, sarà necessario affidarsi a guide speleologiche, ci si limiterà in questo caso solo ad una veduta all’ ingresso per ovvie ragioni di sicurezza. Se ne avete occasione, prenotate una visita con guide esperte, avrete, in questo modo, la possibilità di ammirare una bellissima cascata, laghetti, stalattiti, stalagmiti e naturalmente (visto l’ambiente) pipistrelli. Ritorniamo alle auto entusiasti e ricaricati.
Waypoint
Commenti (11)
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Le emozioni che traspaiono dalla descrizione corroborano gli ambienti suggestivi che si ammirano negli scatti... L'autunno conferisce con i suoi colori caldi il resto della magia, fra janare e sibille che potrebbero ancora popolare un luogo che ha grande magia, sino ai raggi solari che toccano il mare!
Mi fa piacere tu abbia apprezzato il percorso e che la descrizione ti abbia dato anche solo un pizzico delle emozioni che ho provato io attraversandola.
La descrizione perfetta, dettagliata e sentita, permette di viaggiare con la mente lungo i sentieri, come se muovessi io stessa quei passi.
Complimenti
Mëlina La descrizione perfetta, dettagliata e sentita, permette di viaggiare con la mente lungo i sentieri, come se muovessi io stessa quei passi.
Complimenti
Bellissimo posto, le foto sono stupende e la narrazione è impeccabile! Ho una domanda per salire al punto di partenza serve il 4X4 e quanto sono complicate le roccette?
Mi fa piacere sia stato di tuo gradimento. No, non serve il fuoristrada per salire al punto di partenza, certo se ce l' hai avrai minor difficoltà ma si può salire anche con una normalissima utilitaria facendo molta attenzione. Nella parte finale, la strada è costellata di buche e va attraversato un punto in cui scorre acqua di un fiume.
Bonita ruta. Un abrazo
Gracias Emilio por valorar y comentar.
Complimenti Susy commento e descrizione direi corroborante.....
Mi sto organizzando per fare questo trek terro' il tuo commento come riferimento principale
Grazie marino, felice che la descrizione e la traccia possano aiutarti. L' Accellica Sud è stata davvero un' esperienza meravigliosa, sono sicura ti piacerà e trasmetterà anche a te forti emozioni.
Maravilhosa!
Que magnífica esta rota, pelas árvores centenárias, paisagens montanhosas, cores de Outono, descrição detalhada...
Obrigado pela partilha,
Um grande abraço