Interessante percorso, facile per la maggior parte, ho indicato medio per la lunghezza e per alcune parte leggermente esposte. Zona Primiero, poco prima di Imer si esce dalla Valsugana per parcheggiare l'auto a pochi metri dalla strada
Distanza totale: 18 Km (5,5↑ 8,9↓ 3,6↔)
Altitudine massima: 1.152 m
Altitudine minima: 523 m
Dislivello assoluto: 959 m
Totale dislivello: 1.030 m
Totale discesa: 1.104 m
Tempo totale: 8h 40′ (soste incluse)
Partenza. Quota 470 m.
Attraversiamo la strada dopo circa 100 metri, si proprio così, scavalchiamo il paracarro ed azzardiamo un ardito attraversamento della statale Valsugana perchè dall’altra parte c’è un sito archeologico (0.1 km, 475 m, 5′) dove è stato ritrovato un corpo risalente a circa 12.000 anni fa. E’ estremamente interessante leggere la storia del ritrovamento nonché il suo contenuto, in estrema sintesi lo scheletro ritrovato appartiene ad un individuo di sesso maschile dell’altezza di 160 cm, di razza ora estinta detta di Cro-Magnon, morto, come definiscono le analisi al radiocarbonio, circa 12.000 anni fa all’età di 26 anni, per cause sconosciute (il primo caso di Covid?!). Dopo questa breve, ma interessante disgressione, torniamo sui nostri passi e prendiamo la vecchia statale aperta nel 1882 in direzione Pontet fino a raggiungere un capitello (0.5 km, 470 m, 10′) nei pressi del quale è evidente il cartello che indica la via dello Schener che, se non ho capito male dai racconti di Carlo, era la strada di origini pre-romane percorsa dagli uomini di allora per scambiare le merci. Il sentiero sale passando sopra la statale Valsugana immerso in un bel bosco di faggi dal profumo autunnale, ben lontano dai nauseanti odori dei gas di scarico della statale. Numerosi cartelli illustrano l’importanza della strada, perché nel suo tratto inziale è effettivamente una strada bianca, ideata appunto nel 1882 da tal Luigi Negrelli, nome legato al canale di Suez. Anche qui Vaia ha lasciato il segno, leggero ma visibile, ma nulla ha potuto contro i caldi, pieni, sgargianti ed intensi colori autunnali che nonostante la giornata grigia riempiono il bosco. Ancora un capitello (1 km, 585 m, 20′) che spiega il lavoro del Cromer (venditore ambulante) e che questa strada, nel 1917, fu utilizzata dagli austriaci per invadere il feltrino. Più avanti ancora un altro capitello con spiegazioni relative ai lavori dell’epoca ed una cartina che illustra il viaz del Tavernaz, al bivio (2.3 km, 695 m, 45′) proseguiamo a destra verso Zorzoi. Il percorso prosegue pressochè in piano fino al castello di Schener (3 km, 720 m, 1h) di cui Carlo ci anticipa qualcosa, sono ansioso di vedere i ruderi. Appena fuori del sentiero, una tabella indica il sito, ma anche se non fate la deviazione è lo stesso, non vi è nulla, zero assoluto, date sfogo alla vostra immaginazione, le alte mura, i possenti merli, le porte invalicabili, ma visto lo spazio esiguo di che castello si può parlare? Sempre dritti, si arriva in località Tuu (3.8 km, 710 m, 1h 18′) evidenziata da un altro capitello, questo mi è scappato, forse distratto dalla panoramica verso valle, e così arriviamo a Bettola (4.3 km, 695 m, 1h 28′) quattro case sperdute dove un abitante del luogo ci accoglie con un gran sventolio di braccia esclamando “benvenuti a tutti gli italiani e gli austriaci”, non sto scherzando, la frase mi catapulta indietro di centanni, o più in là ancora e mi fa sorridere. Interessante a Bettola un vecchio porticato. Usciamo dal borghetto, salutiamo un cavallo che viene verso di noi in cerca di compagnia poi, prima di dirigerci verso san Zenone, uno sguardo al bosco autunnale e in fondo nella vallata una bella cima innevata che non riesco ad identificare. Davanti a noi ormai ecco il primo obiettivo di giornata.
Chiesa di San Zenone. Quota 720 mt. Distanza 5.1 km. Tempo 1h 48′.
Il sentiero sbuca proprio sotto la rampa che sale verso la chiesa, una volta giunti di sopra si può ammirare il panorama sottostante dove si scorge anche Zorzoi. Facciamo una breve pausa ristoratrice, poi riprendiamo lo stesso sentiero reso un po’ più vivace nei colori da qualche timido raggio di sole che ogni tanto si fa largo tra le nubi. Ripercorriamo la via di Schener a ritroso fino ad un bivio (5.95 km, 695 m, 2h 11′), poco meno di 1 km da san Zenone ed appena superato il “centro” di Bettola, dove prendiamo a destra in quello che viene identificato come Viaz del Tavernaz che porta appunto a malga Tavernaz. La traccia, sempre ben visibile, sale nel primo tratto dai 700 metri di Bettola verso quota 800, poi scorre pressoché in piano lungo i fianchi meridionali del monte Vallazza, cambiata direzione proprio sopra al castello di Schener si apre la visuale nella stretta val Rosna che risale i pendii del Vallazza. Il sentiero si immerge in un fitto bosco di faggi e poi si fa più ardito presentando alcuni tratti un po’ più impervi, nulla di impegantivo, ma che potrebbe dar fastidio a chi soffre di vertigini. Gli scorci panoramici si susseguono numerosi così come le variazioni cromatiche offerte dal bosco in questa stagione, si sale rapidamente fino ai 1000 metri poco prima che il versante ci riporti verso sinistra (8.9 km, 1060 m, 3h 25′) in direzione di malga Tavernazzo, il nostro secondo obiettivo di giornata.
Malga Tavernazzo. Quota 1110 mt. Distanza 9,6 km. Tempo 3h 40′.
Troviamo un gruppo di persone che stanno pranzando sul tavolino di fronte alla malga, decidiamo di fare la stessa cosa adagiando le nostre chiappe sul morbido prato di fianco alla malga. Il sito è chiuso, a parte una zona sulla sinistra adibita a bivacco di fortuna dove sono presenti una stufa economica un bel tavolo, delle panche e qualche attrezzo, insomma se qualcuno volesse pernottare si può fare anche se, vista la location, secondo me non ne vale la pena. Consumato il fugace pranzetto riprendiamo il cammino sul sentiero che si dirama proprio di fronte alla malga, poco visibile perchè entra subito nel bosco che tra l’altro porta ancora i segni di Vaia, ma il nostro Carlo conosce a menadito il percorso e non ha dubbi. La traccia ora è in discesa a tratti molto decisa, in alcuni punti si nasconde sotto gli abeti abbattuti, è necessario fare attenzione per non perdere la traccia, poi l’abbraccio degli alberi si affievolisce, il sentiero torna a scorrere lungo la roccia nuda, troviamo persino un tratto attrezzato, e forse proprio distratti dal ferro io e Luca proseguiamo dritti su una evidente traccia senza accorgerci che quella corretta svolta di netto a sinistra (10.25 km, 960 m, 5h 17′) giù verso il fitto del bosco, è Bruno a richiamare la nostra attenzione ed a riportarci sulla retta via (nella traccia gps è evidente tale inutile prolungamento, sono 250 metri). La vegetazione non è molto fitta, la luce del sole trapela e vivacizza i colori autunnali, il sentiero a tratti si fa un po’ esposto, tanto che conclude la sua corsa tornando sulla val Rosna proprio con un ripido salto superabile grazie ad un pezzo di corda rossa ben visibile lasciato da qualche buonanima. Arriviamo a riagganciare la via Schener percorsa al mattino (11.4 km, 695m, 5h 47') siamo intorno ai 695 metri, ripercorriamo quindi il sentiero fino all’incrocio con la strada bianca risalita questa mattina.
Roe Alte. Quota 585 mt. Distanza 12.6 km. Tempo 6h 8′.
Siamo indecisi sul da farsi, se rientrare all’auto o prolungare fino a Pontet, decidiamo per quest’ultima opzione, Carlo ci aveva promesso di portarci in Austria ed insiste su questa cosa. Il sentiero corre lungo la statale Valsugana nascosta dalle gallerie o dalla boscaglia, proprio per questo motivo lungo il tragitto si incrociano delle imponenti strutture metalliche costituite da reti sostenute da pali di ferro adibite a fermare evenutali scariche di sassi verso la strada. In alcuni punti ci si cammina proprio sopra. Non è sicuramente un sentiero molto battuto, in alcuni punti la traccia non è facile da identificare, inoltre qua e là gli alberi si mettono di traverso ed occorre destreggiarsi un pochino. Una volta sbucati sulla ciclabile (14.4 km, 605 m, 6h 54′) se ne percorre un breve tratto fino alla diga e alla centrale Val Schener (14. 87 km, 600 m, 7h 3′). Si cammina ora di fianco alla strada asfaltata accompagnati a sinistra dal lago di Schener che ci regala qualche macchia di colore autunnale, infine raggiungiamo Pontet e l’agognato bar all’ingresso del paese dove ci aspetta un meritato caffé.
Pontet. Quota 580 mt. Distanza 15 km. Tempo 7h 8′.
Prima della locanda, sulla piazzetta antistante, ci soffermiamo ad ammirare il lago e a leggere alcuni cartelli illustrativi. Interessante scoprire la storia di Pontet che ha vissuto tre differenti stagioni storiche, quella delle strade che corrono verso Primiero (fino al 1861), quella di dogana essendo al confine tra italiani ed austriaci (arriva fino al 1918) e quella della diga,l’ultima ed ancora attuale. Bellissimo anche l’altro cartello con foto dell’epoca. Dopo una bella pausa di un’ora secca riprendiamo il cammino tornando verso il lago con la sua diga e la pista ciclabile che questa volta percorriamo per un tratto più lungo fino all’imbocco della galleria in statale Valsugana dentro la quale ci dobbiamo infilare fianco a fianco con le auto che sfrecciano, poche in realtà. Usciamo al primo pertugio sulla destra nella vecchia statale che percorriamo tranquillamente fino a raggiungere l’auto.
Arrivo. Quota 470 m. Distanza 18 km. Tempo 8h 40′.
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Waypoint
Partenza. Quota 470 m.
Parcheggiamo l'auto proprio di fianco alla statal Valsugana.
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Sito archeologico (0.1 km, 475 m, 5')
Attraversata la strrada si accede al sito indicato da un cartello.
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Inizio sentiero (0.5 km, 470 m, 10')
Inzio del sentiero indicato da apposita tabella nei pressi di un capitello
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Inizio via Schener (1 km, 585 m, 20')
E' un bivio in località Roe Alte, noi proseguiamo a destra, al ritorno passeremo di qua andando dritti. Ritorno Quota 585 mt. Distanza 12.6 km. Tempo 6h 8'.
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Bivio per malga Tavernazzo (2.3 km, 695 m, 45')
Qui andiamo a destra al ritorno invece dall'altra parte verso la malga.
Al ritorno (11.4 km, 695m, 5h 47')
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Castel Schener (3 km, 720 m, 1h)
Attenzione perché non c'è assolutamente nulla.
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Bettola e bivio per il Tavernaz (4.3 km, 695 m, 1h 28')
All'ingresso di Bettola è presente un bivio, al ritorno andremo dall'altra parte verso malga Tavernazzo.
Ritorno (5.95 km, 695 m, 2h 11')
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San Zenone. Quota 720 mt. Distanza 5.1 km. Tempo 1h 48'.
Pausa. Vista su Zorzoi siamo proprio sopra.
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Malga Tavernazzo. Quota 1110 mt. Distanza 9,6 km. Tempo 3h 40'.
Possibilità di bivacco, è presente una cuncina economica, tavolo e sedie.
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Attenzione, traccia corretta a sinistra in discesa nel bosco (10.25 km, 960 m, 5h 17')
Arrivando dal sentiero la traccia prosegue visibile e dritta, in realtà il sentiero scende a sinistra nel bosco, a destra sulla roccia sono presenti le indicazioni, ma se non si vedono si va dritti come successo a me.
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Fine Schener sulla ciclabile (14.4 km, 605 m, 6h 54')
Si lascia il bosco e si scende sulla ciclabile, si prosegue a destra per Pontet a sinistra si torna all'auto
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Diga, centrale e lago Schener (14. 87 km, 600 m, 7h 3')
Nella forra si vedono anche le pale che azionano le turbine.
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Pontet . Quota 580 mt. Distanza 15 km. Tempo 7h 8'.
Qui abbiamo fatto un'ora di pausa al bar.
andymcnab4 5 lug 2022
Ciao Stefano il sentiero dello Schener e percorribile anche in bici? Fino al bivio Malga Tavernazzo.
stefanonicoletto 6 lug 2022
Ciao Andy
Direi di si, non per me sicuramente, ma vedo che tu sei un appassionato delle due ruote, sarà una passeggiata, non ricordo di particolari impedimenti fino a San Zenone.
andymcnab4 6 lug 2022
OK, perfetto.
Grazie mille
Angelo Bianchi 3 28 set 2022
Caro Stefano sono caduto - e salvato, visto che scrivo... - poco prima di malga Tavernaz, nel tratto ingombro dagli abeti di Vaia. Ho perso il sentiero, e nel cercarlo mi sono spostato troppo in alto. Non avevo con me ausili tecnologici adatti Sono scivolato per circa 100 metri. Salvo per miracolo. Soccorso Alpino, elicottero. Il sentiero
Angelo Bianchi 3 28 set 2022
Non va percorso da soli, in questo momento almeno, a meno di non possedere un registratore di percorso, che non avevo. Oppure ci vuole con te un* brav*.
stefanonicoletto 28 set 2022
Mi spiace Angelo, ricordo che sotto la malga c'erano acluni abeti di traverso in un tratto piuttosto ripido, in quel punto il sentiero effettivamente è un po' labile, occorre procedere con attenzione per non perdere la traccia. Ti auguro comunque altre nuove avventure in montagna, magari senza scivoloni :).
Angelo Bianchi 3 28 set 2022
Ti ringrazio. Spero fi tornarci con te e il tuo compagno, che conosceva bene il sentiero. Io salivo verso la malga, non scendevo come voi. Ero partito in senso inverso, dal sentiero dello Schener, al bivio prima di raggiungere il "castello" inesistente...
Angelo Bianchi 3 28 set 2022
Stefano, avrei bisogno di parlarti. Telefonicamente. Il mio numero è 368518814.
Angelo Bianchi