Carnate
vicino a Carnate, Lombardia (Italia)
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Foto del percorso



Descrizione dell'itinerario
Pindaro: Olimpiche
lungo un canto che assieme all’avo,
a Ptoiódoros, segua Terpsías ed Erítimos
nei giochi marini di Poseidôn.
E i vostri trionfi a Delfi.
e nel campo del leone! Uno stuolo di glorie
onde sfido molti: perché -
non saprei quanti sono i sassi del mare.
C’è una misura in tutto,
e l’attimo giusto è il più adatto a coglierla.
Io, cittadino privato in pubblica nave,
cantando e senno di antichi
e guerra in eroiche virtù
non mentirò su Corinto: Sísyphos
divinamente sottile nelle sue arti
e Médeia che contro il padre scelse
le nozze, e portò in salvo
la nave Argó e i suoi uomini.
Così alla guerra il tempo antico
li vide sotto le mura di Dárdanos
dalle due parti decidere gli scontri:
gli uni coi figli di Atréus
a riprendere Heléna, gli altri
a scacciarli. Glaûkos venuto di Licia
temevano i Danai, lui che dinanzi
a loro vantava il regno del padre
nella città di Peiréne,
e il retaggio opulento e la reggia.
Molto egli aveva sofferto intorno alla fonte
agognando a domare il figlio
di Gorgó cinta di serpi, Pégasos.
Finché un morso d’anelli d’oro
gli diede la vergine Pallás, e da sogno
divenne realtà - e disse: “Dormi, o re Aiolídes?
Prendi questo filtro di cavalli, e mostralo
al padre Damaîos, e un toro smagliante sacrifica”.
Così udì assopito nell’ombra
scura, e si riscosse di soprassalto.
Preso il portento al suo fianco
corse felice dal vate di quei luoghi,
ed al figlio di Kóiranos narrò la vicenda
tutta: come per suo responso
la notte avesse dormito
sull’ara della dea, e come lei stessa,
la figlia di Zeus lancia di folgore,
gli diede un oro che doma la mente.
Presto ubbidisca al sogno - ordina
l’indovino - e quando al possente Gaiáochos
scannerà il toro scalpitante,
dedichi tosto un altare ad Atena Hippía.
Come cosa leggera compie anche ciò che giuravi
di no, e che non speravi, la forza dei numi.
Vinse così d’un balzo il cavallo
alato il forte Bellerophóntes,
tendendogli intorno alla bocca l’incanto
che mitiga; e in groppa armato
di bronzo danzava già la danza guerriera.
Con lui sterminò delle Amazzoni
il popolo arciere, muliebre, colpendo
dai gelidi seni del cielo deserto,
e Chímaira soffio di fuoco, e i Solimi.
Io tacerò il suo destino.
Pégasos in Olimpo accolgono le greppie eterne di Zeus.
Roteando dardi diritti
dentro al bersaglio ho da vibrare
con mano forte i miei molti strali.
Perché alle Muse dal trono splendente
ed agli Oligaithídai pronto al servizio io giunsi.
In breve parola riuniti dirò i trionfi
all’Istmo e a Nemea - verace
il dolce bando del nobile araldo
sessanta volte in entrambi i luoghi
congiurerà con le mie parole.
I loro successi ad Olimpia
PELLEGRINO CHERUBICO I, 22-25 [119] 111
22. Il distacco
Più t’abbandoni in Dio, più egli nasce in te;
Né meno né più t’aiuta nelle tue pene.
23. La Maria spirituale
Devo esser Maria e da me far nascere Dio
Perch’egli mi conceda beatitudine eterna.
24. Nulla devi essere, nulla volere
Se qualcosa ancora sei, sai, ami ed hai, uomo,
Credimi, dal tuo carico libero ancor non sei.
25. Dio non si afferra
Dio è un puro nulla, il qui e l’ora* non lo toccano:
Quanto più vuoi afferrarlo, tanto più ti sfugge.
* Ossia tempo e luogo.
22 Compare qui il termine Gelassenheit (distacco, abbandono), che è una delle
parole-chiave della mistica germanica. Da Eckhart, attraverso il solito itinerario
che passa per Suso, Taulero, la Teologia tedesca, ecc., giunge fino a Czepko, che
dedica uno dei suoi Monodisticha a Der Gelassene'. « Steh an dir selber bloß, als
ob du Nie gewesen / Und nimmer soltest seyn: alsbald bist du genesen » (Sta’ nudo
in te stesso, come mai fossi nato / E non dovessi mai essere: subito sei rinato).
23 Vedi Saggio introduttivo, p. 32ss. Sul tema della nascita mistica cfr. le opere
di P. Miguel, H. Rahner, H. de Lubac citate nella nota 45 del Saggio introduttivo.
25 La tradizione della teologia negativa, che indica l’infinita pienezza dell’esse-
re divino come « nulla », risale — come è noto — al neoplatonismo, a Plotino e
Proclo. Passa poi nello Pseudo-Dionigi e da lui in tutto il mondo medievale, anche
attraverso lo Scoto Eriugena. In Eckhart e in Taulero è uno dei temi fondamentali
(cfr. in proposito l’accurata Postilla di A. Klein, Meister Eckhart. La dottrina mi-
stica della giustificazione, Milano 1978, pp. 143-148: « Il “ nulla ” e la “ tenebra ”
di Dio »). Dal Cusano, da Eckhart, Taulero, dalla Teologia tedesca, il tema passa
in Jacob Böhme: Quaestiones theosophicae, oder Betrachtung Göttlicher Offenba-
rung, 2,13: « Si comprende anche che Dio stesso è il vedere e sentire il nulla, e per-
ciò viene chiamato un nulla (se esso è uguale a Dio stesso), giacché è inconcepibile
ed inesprimibile ». In Daniel von Czepko (Sexcenta monodisticha sapientum, I,148,
in Geistliche Schriften, Breslau 1930, p. 224) leggiamo: « Chi vede Dio vede un nulla,
che egli niente può dire / Vede il nulla medesimo, ed in esso vede tutto ». Dopo
Silesius, anche il pietista Gottfried* Arnold (1666-1714) dedicò una celebre lirica
al « nulla » divino: « Quando mi rivolsi attentamente al nulla / E mi detti ad esso
/ Fui condotto al vero fine / Cui deve tendere un cristiano » (Sämtliche geistliche
lungo un canto che assieme all’avo,
a Ptoiódoros, segua Terpsías ed Erítimos
nei giochi marini di Poseidôn.
E i vostri trionfi a Delfi.
e nel campo del leone! Uno stuolo di glorie
onde sfido molti: perché -
non saprei quanti sono i sassi del mare.
C’è una misura in tutto,
e l’attimo giusto è il più adatto a coglierla.
Io, cittadino privato in pubblica nave,
cantando e senno di antichi
e guerra in eroiche virtù
non mentirò su Corinto: Sísyphos
divinamente sottile nelle sue arti
e Médeia che contro il padre scelse
le nozze, e portò in salvo
la nave Argó e i suoi uomini.
Così alla guerra il tempo antico
li vide sotto le mura di Dárdanos
dalle due parti decidere gli scontri:
gli uni coi figli di Atréus
a riprendere Heléna, gli altri
a scacciarli. Glaûkos venuto di Licia
temevano i Danai, lui che dinanzi
a loro vantava il regno del padre
nella città di Peiréne,
e il retaggio opulento e la reggia.
Molto egli aveva sofferto intorno alla fonte
agognando a domare il figlio
di Gorgó cinta di serpi, Pégasos.
Finché un morso d’anelli d’oro
gli diede la vergine Pallás, e da sogno
divenne realtà - e disse: “Dormi, o re Aiolídes?
Prendi questo filtro di cavalli, e mostralo
al padre Damaîos, e un toro smagliante sacrifica”.
Così udì assopito nell’ombra
scura, e si riscosse di soprassalto.
Preso il portento al suo fianco
corse felice dal vate di quei luoghi,
ed al figlio di Kóiranos narrò la vicenda
tutta: come per suo responso
la notte avesse dormito
sull’ara della dea, e come lei stessa,
la figlia di Zeus lancia di folgore,
gli diede un oro che doma la mente.
Presto ubbidisca al sogno - ordina
l’indovino - e quando al possente Gaiáochos
scannerà il toro scalpitante,
dedichi tosto un altare ad Atena Hippía.
Come cosa leggera compie anche ciò che giuravi
di no, e che non speravi, la forza dei numi.
Vinse così d’un balzo il cavallo
alato il forte Bellerophóntes,
tendendogli intorno alla bocca l’incanto
che mitiga; e in groppa armato
di bronzo danzava già la danza guerriera.
Con lui sterminò delle Amazzoni
il popolo arciere, muliebre, colpendo
dai gelidi seni del cielo deserto,
e Chímaira soffio di fuoco, e i Solimi.
Io tacerò il suo destino.
Pégasos in Olimpo accolgono le greppie eterne di Zeus.
Roteando dardi diritti
dentro al bersaglio ho da vibrare
con mano forte i miei molti strali.
Perché alle Muse dal trono splendente
ed agli Oligaithídai pronto al servizio io giunsi.
In breve parola riuniti dirò i trionfi
all’Istmo e a Nemea - verace
il dolce bando del nobile araldo
sessanta volte in entrambi i luoghi
congiurerà con le mie parole.
I loro successi ad Olimpia
PELLEGRINO CHERUBICO I, 22-25 [119] 111
22. Il distacco
Più t’abbandoni in Dio, più egli nasce in te;
Né meno né più t’aiuta nelle tue pene.
23. La Maria spirituale
Devo esser Maria e da me far nascere Dio
Perch’egli mi conceda beatitudine eterna.
24. Nulla devi essere, nulla volere
Se qualcosa ancora sei, sai, ami ed hai, uomo,
Credimi, dal tuo carico libero ancor non sei.
25. Dio non si afferra
Dio è un puro nulla, il qui e l’ora* non lo toccano:
Quanto più vuoi afferrarlo, tanto più ti sfugge.
* Ossia tempo e luogo.
22 Compare qui il termine Gelassenheit (distacco, abbandono), che è una delle
parole-chiave della mistica germanica. Da Eckhart, attraverso il solito itinerario
che passa per Suso, Taulero, la Teologia tedesca, ecc., giunge fino a Czepko, che
dedica uno dei suoi Monodisticha a Der Gelassene'. « Steh an dir selber bloß, als
ob du Nie gewesen / Und nimmer soltest seyn: alsbald bist du genesen » (Sta’ nudo
in te stesso, come mai fossi nato / E non dovessi mai essere: subito sei rinato).
23 Vedi Saggio introduttivo, p. 32ss. Sul tema della nascita mistica cfr. le opere
di P. Miguel, H. Rahner, H. de Lubac citate nella nota 45 del Saggio introduttivo.
25 La tradizione della teologia negativa, che indica l’infinita pienezza dell’esse-
re divino come « nulla », risale — come è noto — al neoplatonismo, a Plotino e
Proclo. Passa poi nello Pseudo-Dionigi e da lui in tutto il mondo medievale, anche
attraverso lo Scoto Eriugena. In Eckhart e in Taulero è uno dei temi fondamentali
(cfr. in proposito l’accurata Postilla di A. Klein, Meister Eckhart. La dottrina mi-
stica della giustificazione, Milano 1978, pp. 143-148: « Il “ nulla ” e la “ tenebra ”
di Dio »). Dal Cusano, da Eckhart, Taulero, dalla Teologia tedesca, il tema passa
in Jacob Böhme: Quaestiones theosophicae, oder Betrachtung Göttlicher Offenba-
rung, 2,13: « Si comprende anche che Dio stesso è il vedere e sentire il nulla, e per-
ciò viene chiamato un nulla (se esso è uguale a Dio stesso), giacché è inconcepibile
ed inesprimibile ». In Daniel von Czepko (Sexcenta monodisticha sapientum, I,148,
in Geistliche Schriften, Breslau 1930, p. 224) leggiamo: « Chi vede Dio vede un nulla,
che egli niente può dire / Vede il nulla medesimo, ed in esso vede tutto ». Dopo
Silesius, anche il pietista Gottfried* Arnold (1666-1714) dedicò una celebre lirica
al « nulla » divino: « Quando mi rivolsi attentamente al nulla / E mi detti ad esso
/ Fui condotto al vero fine / Cui deve tendere un cristiano » (Sämtliche geistliche
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